lunedì, maggio 19, 2008

Un bel film e una domanda che mi mette a disagio

Sabato sera sono finito per caso al cinema. Risultato: In Bruges. Sembra fosse l'unico film con qualche posto libero, a parte Superhero (che avrei voluto vedere molto volentieri, ma questa è un'altra storia). E via con In Bruges allora: a parte qualche momento un po' troppo forzato e cartonato (mi viene in mente soprattutto il finale), il film vive di tanti piccoli lampi di genio che lo rendono una piacevola sorpreso in mezzo alla banalità e ai luoghi comuni che di solito ci tocca vedere. E poi i nani mi hanno sempre affascinato. A fine proiezione i commenti di quasi tutti in sala erano del tipo che film di merda, che cazzata, mai vista una cagata del genere... e molto probabilmente il film mi è piaciuto ancora di più dopo averli sentiti (e dopo aver inquadrato velocemente chi faceva commenti di questo tipo).
Poi questo lunedì si ripropone con un interrogativo che mi mette a disagio: mezzo mondo protesta in favore del Tibet, della democrazia e della libertà, ma di fronte allo scandalo inaudito della Birmania stanno (quasi) tutti zitti. Perlomeno i Governi e le grandi stelle delle cause umanitarie fashion hollywoodiane. Forse perchè in questo momento a tanti governi conviene mettere in difficoltà politicamente la Cina, mentre non conviene mettere in difficoltà un ottimo partner economico come il regime birmano, che permette alle aziende straniere di fare tutto quello che vogliono in cambio di due lire e che, soprattutto, da un punto di vista geopolitico conta tanto quanto San Marino (anzi, forse un po' meno). Chissà perché ma penso soprattutto ai francesi, tanto bravi a salire in cattedra per dare lezioni di moralità e di democrazia a tutto il mondo senza però mai dimenticare che, quando gli affari sono i loro, la morale e la democrazia passano in secondo piano.

1 commento:

chiara vede cose ha detto...

se ti va leggiti la mia recensione di In Bruges QUI mi sembra che siamo d'accordo. Una delle poche volte ;)