martedì, marzo 18, 2008

Un altro scandalo italiano (parlo un po' dei fatti miei, ma neanche tanto)

L'anno scorso, proprio in questo periodo, lavoravo a Dieci, quotidiano sportivo che debuttò in edicola il 10 marzo e chiuse a luglio. Della data di chiusura non sono tanto sicuro, dato che me n'ero andato ai primi di maggio. Il motivo è presto detto: dopo due mesi nessuno era stato pagato, cosa più che sufficiente per farmi abbandonare la baracca. Per fortuna, avevo altre opportunità e collaborazioni da sfruttare, e così ho fatto. Gli altri che rimasero, in moltissimi casi per inseguire un sogno, rimediarono soltanto incazzature, umiliazioni e delusioni: il giornale di lì a pochi mesi chiuse dato che la proprietà continuava a non pagare. Sorvolo sulla pesante situazione personale di tutti quelli che avevano continuato a lavorare duramente e che si sono ritrovati pieni di buchi a cui far fronte, oltre che senza un lavoro. A questo punto scatta il solito iter legale: si chiamano gli avvocati, gli avvocati denunciano e i tribunali sentenziano dando ragione ai dipendenti (e vorrei ben vedere!), ma i proprietari se ne sbattono (sempre massimo rispetto per la magistratura in Italia) e continuano a non pagare. Io ho rinunciato in partenza ad eventuali cause: sospettavo che le cose sarebbero andate a finire in un certo modo, il mio credito era tutto sommato contenuto e non volevo spendere altri soldi per gli avvocati aggiungendo la beffa al danno (e poi sto facendo causa ad un altro tizio che mi deve un sacco di euro che probabilmente non rivedrò mai, quindi...).
In definitiva la situazione è questa: dei tizi hanno aperto un giornale, per sei mesi non hanno pagato nessuno accumulando debiti enormi ma, alla fine della fiera, non è successo niente. Niente. Chi ci ha rimesso tempo, soldi e sogni si è trovato pure preso per il culo. Cornuti e mazziate: cose che capitano. In questi giorni però leggo che i proprietari di quella splendida avventura editoriale (ma si dai, almeno ridiamoci sopra...) sono tra i papabili per l'acquisto dell'Unità. E non stiamo parlando di acquistare una copia del giornale in un'edicola, ma della proprietà del giornale. Una robetta da una ventina di milioni di euro,  se non sbaglio. 
Ora, io non sono un grande esperto di legge, ma mi spiegate com'è possibile che sa in un Paese civile succeda una cosa del genere? Non può succedere, chiaro. E allora mi viene da pensare che questo non sia più un Paese civile, che sia un Paese in cui è normale prendere per il culo la gente, che sia un Paese in cui tutto è permesso a chi se ne sbatte della legge e che anzi, più hai umiliato le persone oneste e più puoi andare avanti tranquillo per la tua strada.
Ah, dimenticavo: tutto questo nel silenzio quasi assoluto dei media nazionali. Del resto un Paese del genere ha i giornalisti che si merita: complimentacci signori miei, complimentacci!

1 commento:

pio1976 ha detto...

Angosciante!!

A me è successa una cosa simile nel '99: lavoravo per il Boom (ai tempi era uno dei primissimi freepress, una formula che alla lunga si è dimostrata molto buona (vedi City) oppure fallimentare (vedi le vicissitudini non proprio fantastiche di Epolis - qui: http://www.altravoce.net/2007/07/24/crisi.html )

Comunque dicevamo: lavoravo al Boom, e a un certo punto - out of the blue - viene fuori che la società proprietaria del Boom e di un'altra trentina di testate in tutta Italia (la "e-press"), ha dichiarato fallimento. Ma - e qui viene il bello - un mese prima ha acquistato un immobile storico dalle parti di Reggio Emilia, per farci la nuova prestigiosissima sede (al costo, ovviamente di un paio di milioni di euro).

In quel caso siam stati abbastanza fortunati: quasi tutti i dipendenti - me compreso - erano iscritti ai sindacati, che hanno intrapreso la causa collettiva per il pagamento degli stipendi arretrati e le varie penali (mancato preavviso da parte della società e cazzi vari).

Siamo stati liquidati a quasi un anno di distanza, ma i soldi (almeno a noi dipendenti) sono arrivati tutti (e c'era gente che avanzava 15 anni di tfr... mica bruscolini).

Quindi è andata bene. Devo dire che il sindacato (nel mio caso la Cgil) ha fatto un lavoro egregio: riunioni sindacali, aggiornamenti, colloqui... siamo stati seguitissimi.

Mi ricordo di Dieci, era il giornale diretto da Zazza?

E adesso si mangiano l'Unità? Siamo messi bene... mi pare la storia di Preziosi nel calcio, uno che ha i soldi in Italia può fare quasi tutto quello che vuole.

Certa gente ha la faccia come il culo, anzi, forse anche peggio...

...scritto in fretta...