Parliamoci chiaro: Gomorra è un ottimo libro e Saviano ha dimostrato di essere un ottimo giornalista (attenzione, sottolineo la grande differenza che c'è tra le parole scrittore e giornalista). Questo è un fatto, come un fatto che quel libro è stato sicuramente molto utile per scoperchiare molti problemi.
Però adesso basta, non se può più: non se ne può più dell'atteggiamento da eterna vittima morale di questo ragazzo di 28 anni che non sorride mai (se non nell'orrenda figurina bannerizzata per promuovere la sua oscena pagina su myspace), simbolo vivente di una marea di luoghi comuni autocompiaciuti (triste, vestito male, ghettizzato, sempre in disparte e felice di tutto ciò).
E, badate bene, il mio non è un attacco a Saviano, ma a chi lo ha trasformato in un prodotto di marketing come la Coca Cola o Che Guevara. E se lui se ne rendesse conto probabilmente si opporrebbe a questa situazione. Lo so, non è la prima volta che scrivo certe cose, né sono il primo a farlo, ma la tremenda intervista pubblicata oggi sul Corriere è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ma si può leggere l'ennesima intervista che inizia «Roberto Saviano è ancora un ragazzo. E ogni tanto riesce anche a sorridere, con le labbra che si tendono su una faccia sempre più tesa, sempre più pallida». In attesa del solito pezzo su camorra et similia che comparirà inevitabilmente domani su L'Espresso.
3 commenti:
Come Allevi, del resto...
quoto in pieno te e francesco.
dopo aver letto il post precedente su Saviano e aver visto il bannerino di myspace... mi aspettavo il secondo round!
come al solito hai ragione in pieno e io sottoscrivo la moratoria!
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