mercoledì, dicembre 05, 2007

Aldo Bianzino: mi si gela il sangue nelle vene

Leggo sul blog di Marco Lupoi una notizia che mi ha letteralmente gelato il sangue nelle vene. Quando mi trovo di fronte a cose del genere mi viene la nausea, resto senza fiato. Non ho neanche più la forza di gridare di rabbia: mi sento umiliato come cittadino, come persona, come essere umano. Lupoi parla della cosa dopo aver visto un'intervista a Le Invasioni Barbariche venerdì sera. Del fatto si era occupato anche Beppe Grillo. Se ne parla anche nei blog. Insomma, se ne parla dappertutto tranne che nei giornali. Evidentemente i nostri giornalisti sono troppo occupati ad intervistare i figli dei nostri politici. Qui sotto trovate gli estratti del blog di Lupoi che riassumono il fatto.

"[...] E' la storia di Roberta, una bella donna con il volto segnato dalla vita, che viene in TV a raccontare una vicenda che non sfigurerebbe nel Cile di Pinochet o nella Spagna franchista. Una mattina, lei e il suo compagno, Aldo Bianzino (ricordatevi questo nome, annotatelo su un foglietto) vengono presi dalla loro casa, nella compagna umbra, dove vivono incensurati, prelevati dalla polizia, e portati al carcere di Capanne. Lasciano a casa il figlio quattordicenne e la madre novantenne di lei. Vengono separati, si salutano senza sapere che è un addio. Quando Roberta viene rilasciata, chiede quando può vedere il compagno, e gli dicono "Forse martedì, dopo l'autopsia". Così, viene a sapere della morte di Aldo, morte "inspiegabile", dato che era in isolamento, ma che dall'autopsia sembra essere una morte per percosse. Ammazzato di botte, quindi, anche se tutti hanno una paura maledetta a dirlo e ad additare le forze dell'ordine per quello che appare come un omicidio crudele, insensato, assurdo.
La colpa per cui una coppia di genitori incensurati viene portata (e lasciata a morire) in carcere è per la presenza di alcune piantine di marijuana nel giardino di Aldo.
Quando la Bignardi ripete questo punto, questa assurdità che fa a pugni con la logica, con il senso comune, con la giustizia, mia nipote di sei anni chiede "Che cosa sono le piantine?".
E io cerco di spiegarle che ci sono piante che è illegale coltivare, ma mi fermo subito, perché è un concetto così assurdo che non so da che parte iniziare. Rischio di sentirmi dire "allora perché è legale l'uva, da cui si distilla il vino, o il luppolo, o..."
Ma non voglio andare in questa direzione, non voglio fare un post antiproibizionista, perché non ritengo di essere tale, non nell'accezione comune del termine. Voglio fare un post di giustizia, di informazione. Perché la cosa agghiacciante non è che Aldo sia morto, forse ammazzato con un cane in un carcere tra le montagne apparentemente tranquille dell'Umbria. La cosa agghiacciante è che NESSUN MEZZO DI INFORMAZIONE "MAINSTREAM" sta parlando di questa storia. Se non avessi per caso visto la Bignardi, non ne saprei nulla. Se fate una ricerca in Google, non troverete nulla. Solo alcuni blog, il sito di Grillo, quello del Manifesto. Il tema è troppo scottante, troppo controverso, per un'informazione che davanti a un tema scomodo come l'antiproibizionismo ha troppa paura di prendere anche solo minimamente posizione.
Quindi prendete il nome di Aldo, andate a leggere qualcosa di lui. Dal servizio de LA 7 sembrava un uomo mite, dallo sguardo docile, un falegname, un settentrionale emigrato in Umbria per pace e per lavoro, che è andato in carcere con le infradito, tanto era convinto di non avere fatto nulla e di poter uscire lo stesso giorno.
E invece, nel paese che mette ai domiciliari l'assassino di quattro giovani, e che scarcera dopo due giorni un padre che ha ucciso il figlio di cui non accettava l'omosessualità, per quattro piantine vieni messo in carcere, e ne esci in tempo per la tua autopsia.
Non so a voi, ma sono queste le storia che mi fanno gridare di rabbia".

Non so davvero cosa dire, se non che l'Italia sta diventando sempre di più un paese di merda.

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