Sono rientrato ieri pomeriggio da Francoforte dopo la visita maratona alla Fiera del Libro. Trasferta un po' faticosa ma sicuramente appagante: vedere una marea di gente (ma veramente una marea!) che si muove per i libri è una sensazione intrigante, anche se dopo un po' ci si sente ubriachi a forza di girare tra migliaia di stand, titoli, presentazioni... Forse abbiamo scelto il giorno sbagliato (sabato è la giornata aperta al pubblico), ma come prima trasferta il bilancio è molto positivo. E c'è anche chi, come Lupoi, ha detto che quest'anno c'era meno gente del solito.
Una vera sorpresa è stata la città: silenziosa, vivibile, a misura d'uomo, un gradevolissimo incrocio tra modernità e tradizione (o meglio, quello che è rimasto dopo i bombardamenti americani nel '45). Chiaro che è ridicolo pensare di poter capire una città in un fine settimana, ma la sensazione è che Francoforte sia la città che Milano potrebbe (e dovrebbe) essere.
Una vera sorpresa è stata la città: silenziosa, vivibile, a misura d'uomo, un gradevolissimo incrocio tra modernità e tradizione (o meglio, quello che è rimasto dopo i bombardamenti americani nel '45). Chiaro che è ridicolo pensare di poter capire una città in un fine settimana, ma la sensazione è che Francoforte sia la città che Milano potrebbe (e dovrebbe) essere.
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