lunedì, febbraio 02, 2009

Youtube e la miopia delle major

Da un po' di tempo a questa parte Youtube sta censurando tutti i video che contengono musica protetta da copyright. La discussione in rete è scoppiata da un pezzo, dato che non stiamo parlando di videoclip ma, come è successo a me un po' di tempo fa, del video di una scampagnata di un gruppo di amici con Jammin' di Bob Marley in sottofondo che viene oscurato completamente, oppure un video ironico di mia moglie che stira a cui è stata tolta la musica (vedi qui). Insomma, un barzelletta.
Come se si potesse parlare di sfruttamento commerciale di un brano musicale in un video visto a dir tanto da qualche migliaio di persone (con buona pace della teoria della Coda Lunga). Quello che stupisce in tutto ciò non è tanto il comportamento abbastanza comprensibile di Youtube che, alla fin fine, non fa altro che togliersi una rogna, ma l'assurda miopia delle major che continuano la loro lotta contro i mulini a vento. Davvero non riesco a capire questa ottusa difesa ad oltranza del privilegio, questo voler a tutti i costi pensare di andare contro un fiume in piena inarrestabile. Quelli che si definircono discografici continuano a voler difendere un mercato che non esiste più, gestito quasi sempre da manager improvvisati e cialtroni. Il bello è che sono convinti di poter nascondere la loro totale inadeguatezza. Sono sempre più convinto che la lotta per il diritto d'autore, il vero diritto d'autore, sarà la sfida legale dei prossimi anni. Una sfida persa in partenza da chi si ostina a conservare una serie di privilegi anacronistici e privi di ogni senso della realtà (un buon punto di partenza per approfondire l'argomento potrebbe essere questo).
In un'ottica globlae poi il discorso è davvero ridicolo: ho appena caricato un video di una vecchia partita di pallavolo del Charro Padova (qui il tabellino) su Youtube che, prontamente, mi ha bloccato l'audio perché non sono proprietario dei diritti. Il video censurato lo trovate qui. Allora ho pensato bene di caricare lo stesso video su Facebook, ma avrei potuto farlo su altre cento piattaforme. Per vederlo basta cliccare qui.

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