martedì, aprile 22, 2008

Problema sicurezza e percezione dell'altro

In questi giorni si parla dappertutto di sicurezza, di criminalità, di differenza tra criminalità reale e percepita. La cosa che mi stupisce quando si parla di cose di questo tipo è notare come molte persone non si rendano conto dell'altro da sé. Faccio un esempio molto concreto: uno dei commenti più frequenti è che il problema legato alla sicurezza sia solo legato alla percezione. In tanti scrivono cose del tipo io ho sempre girato a tutte le ore per questa o quella città e non ho mai avuto problemi, oppure non mi sono mai sentito minacciato. E questo è normale, è sempre successo anche a me. Ma se io fossi una donna o un anziano avrei le stesse sensazioni? Non credo. Io l'ho capito di colpo anni fa: all'epoca avevo ancora i capelli tanto lunghi (e si parla proprio di tanti anni fa), ero all'estero, camminavo da solo per strada, molto tardi, e vedo un tipo che sta arrivando sul mio stesso marciapiede. Tra me e me penso se non sia il caso di cambiare il marciapiede visto che il tizio in questione sembra un po' losco, poi vedo il tizio che si ferma, mi guarda da lontano e cambia marciapiede. Allora rifletto un attimo e mi rendo conto che, tutto sommato, se io fossi stato il tipo e se mi fossi incontrato probabilmente avrei fatto la stessa cosa. Tutto questo per dire che se io non avverto un problema non significa che tutti gli altri che invece lo sentono come tale se lo sognano, o sono vittime della stampa che strumentalizza tutto. Certo, sarebbe sciocco negare che in periodi come questi determinati episodi di violenza vengano strumentalizzati, ma sotto c'è un disagio reale. Ma Rutelli non può parlare di strumenatalizzazioni dopo che il suo Governo ha votato l'indulto e, soprattutto, dopo la pagliacciata del decreto sicurezza nato già abortito l'anno scorso. Piccola parentesi: qui in pochi lo dicono, ma c'è il rischio che Alemanno si porti a casa il Comune di Roma. E per Pd e soci sarebbe veramente un colpo durissimo.
Comunque, per chiudere il discorso, credo che a volte sarebbe il caso di fermarsi un attimo a pensare non solo a come veniamo percepiti dagli altri, ma anche a come chi è diverso da noi percepisce la realtà in cui noi siamo immersi quotidianamente (e che di conseguenza diamo per scontata). Può sembrare un discorso complicato ma non lo è anzi, è semplicissimo, e se un modo di ragionare così venisse esteso ai vari livelli dell'esistenza probabilmente diventerebbe un'ottima lezione politica, giusto per continuare a parlare delle cose di cui si è parlato ultimamente da queste parti.

Nessun commento: