martedì, marzo 04, 2008

La Grande Muraglia della censura

Le prime avvisaglie c'erano state alle Olimpiadi Invernali di Torino, ma ora a Pechino il tutto è diventato ufficiale: divieto assoluto per tutti i tesserati e gli accreditati al villaggio olimpico di parlare di Olimpiadi. Sembrerebbe una barzelletta ma, putroppo, non lo è. Ecco cosa non si può fare né dire (cito paro paro da Repubblica.it): No alle interviste o alle storie su persone accreditate. No alla divulgazione di informazioni confidenziali o private su terzi, con un ovvio riferimento alla sicurezza dei Giochi. No ai diari scorretti o di cattivo gusto [e chi lo stabilisce il limite del cattivo gusto, i cinesi?!?!?!?!]. Non è permesso divulgare suoni, immagini in movimento, sequenze di fotografie di qualsiasi evento olimpico. [...] ma il divieto si estende alle cerimonie di apertura e chiusura, alle premiazioni e a qualsiasi evento nelle zone a cui si accede con l'accredito o il biglietto d'ingresso. Siti d'allenamento, villaggio e centro stampa compresi. [...] Le immagini da fermo si potranno inserire, solo se non riguarderanno gare, cerimonie o premiazioni.
Sono fiducioso che la potenza dell'informazione libera riesca a scardinare questa norma assurda e anacronistica: già nel terzo secolo l'imperatore Qin Shi Huangdi tentò inutilmente di bloccare le invasioni dei barbari costruendo la Grande Muraglia. Ora si cerca di costruire un'altra Grande Muraglia ma sono sicuro che, anche questa volta, i barbari riusiranno a passare.

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