venerdì, settembre 28, 2007

Bisogna che tutto cambi perchè tutto resti com'è

Splendido editoriale di Gian Antonio Stella sulla prima pagina del Corriere di oggi. Viene citato un articolo del Corriere scritto da Luigi Einaudi il primo febbraio del '19 in cui, tra le altre cose, si può leggere:«A Roma spadroneggia un piccolo gruppo di padreterni, i quali si sono persuasi, insieme con qualche ministro, di avere la sapienza infusa nel vasto cervello. [...] Bisogna licenziare questi padreterni orgogliosi [...] persuasi di avere il dono divino di guidare i popoli nel procacciarsi il pane quotidiano. Troppo a lungo li abbiamo sopportati. I professori tornino ad insegnare, i consiglieri di Stato ai loro pareri, i militari ai reggimenti e, se passano i limiti d'età, si piglino il meritato riposo. [...] Coloro che lavorano sono stanchi di essere comandati dagli scribacchiatori di carte d'archivio».
E, come giustamente fa notare Stella, non stiamo parlando di un qualunquista alla Grillo, ma di un padre della patria. Possibile che non cambi mai niente? Possibile che la Storia non insegni niente a nessuno? Evidentemente si, e non solo in Italia: guardo quello che sta succedendo in Birmania (basta chiamarla con quell'assurdo nome di Myanmar!) e resto senza parole di fronte alla stupidità e alla miopia degli uomini.

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