martedì, giugno 26, 2007

Il paese dei cachi

Circa un mese fa ho dato le miei dimissioni dal quotidiano Dieci. Lo so che la cosa non interessa a nessuno, ma quello che è successo a Dieci è un classico esempio dell'aria che tira per chi lavora nel mondo dell'editoria. Il motivo delle mie dimissioni è presto detto: dopo più di due mesi l'azienda non aveva ancora pagato nessuno. Poi le cose sono degenerate, e oggi leggo su Vivimilano un articolo agghiacciante, che dimostra ancor di più che paese di merda sia diventato l'Italia. Riporto il testo dell'articolo integralmente:

Dieci chiude: tutti licenzia, cdr compreso
«Tutti licenziati per giusta causa»: i giornalisti del quotidiano sportivo Dieci hanno trovato un cartello davanti al portone d'ingresso della redazione in via Vitruvio e così hanno saputo di essere disoccupati. Una ventina di persone, compresi il direttore pro tempore Luca Pollini e i membri del cdr, che non possono essere licenziati in quanto godono dell'immunità sindacale. E oltre al danno si profila la beffa. Fabio Caso, amministratore delegato dell'Editoriale Dieci, avrebbe intenzione di chiedere un risarcimento danni per l'«inopportuna, illegittima e immotivata» decisione di scioperare presa dalla redazione contro il mancato pagamento degli stipendi.
Ma la testata potrebbe risorgere a breve, con lo stesso nome. Caso ha infatti dichiarato a Milano Finanza che, dopo aver avviato un'azione di responsabilità nei confronti dell'ex socio Alberto Donati cui contesta gravi responsabilità nella conduzione dell'azienda, rimetterà in piedi la redazione di Dieci affidando la direzione a Enrico Guadalupi, che vanta un passato a fianco del ct della nazionale Marcello Lippi. «Ripartiremo tra una ventina di giorni con il nuovo quotidiano e una redazione rinnovata» ha dichiarato Caso.
Fondata da Alberto Donati e Giangaetano Caso, la Società Editoriale Dieci aveva fatto uscire il primo numero del quotidiano il 10 marzo di quest'anno sotto la direzione di Ivan Zazzaroni, a capo di una redazione composta da circa trenta giornalisti. Il controllo di Editoriale Dieci è poi passato interamente alla famiglia Caso e il 21 maggio è stato nominato amministratore delegato Fabio Caso ed è stata affidata a Mauro Conta una presidenza di garanzia. Il mancato pagamento di numerosi stipendi ha portato però a una serie di scioperi e alle dimissioni di Zazzaroni, rassegnate l'11 giugno. A giugno il giornale è uscito quindi a singhiozzo fino allo sciopero a oltranza deciso dalla redazione la scorsa settimana. Ora è arrivata la decisione dell'editore di licenziare tutti i redattori, nonostante fosse previsto giusto per il 27 giugno l'insediamento del nuovo direttore.
«A seguito delle immotivate argomentazioni poste dal cdr - si legge sul cartello firmato da Conta - e della conseguente decisione di astenersi dall'attività lavorativa, l'editore ritiene che per i danni economici subiti dalle ripetute astensioni anche nei giorni 20, 21, 22, 23, 24, 25 giugno, si rende necessario procedere con il licenziamento per giusta causa di tutta la redazione editoriale di Dieci». «Si riserva altresì - prosegue la comunicazione dell'editore - di valutare la richiesta danni subita a causa della reiterata posizione assunta da tutta la redazione». A tutti i redattori è stata consegnata una lettera personale di licenziamento nella quale si fa riferimento all'«inopportuna, illegittima e immotivata» decisione di scioperare.

5 commenti:

Morgan ha detto...

Purtroppo tira da tempo una brutta aria per i giornalisti. Inoltre, anche il mondo web sta facendo diminuire le vendite del cartaceo e modificando gli equilibri passati. Una fase complessa e delicata per coloro che fanno della "comunicazione scritta" la loro vita professionale.
Una nota, se me lo permetti: uno si fa il culo per diventare pubblicista, rimane nell'arena precaria anni fino al professionismo, e poi deve bestemmiare perché le cose in Italia sono sempre fatte a caso...
Ma che vita è?

Giacomo Brunoro ha detto...

una vita di merda, mi verrebbe da dire...

Unknown ha detto...

titolo del post=descrizione della realtà; sempre più triste peraltro.

Il Guru ha detto...

Al di la della situazione dei giornalisti questa e' la solita italia truffaldina ... ma io sono uno che fa il tiro al piccione ;-)

Giacomo Brunoro ha detto...

tito al piccione?!?!!? qua si spara sulla crocerossa... per fortuna che me ne sono andato da quel posto di co####ni un paio di mesi fa...