venerdì, maggio 25, 2007

Un tram chiamato suicidio

Mi piace tornare a Padova: perchè è la mia città, perchè mi sembra di conoscere tutti da sempre e per tutta una serie di motivi che sarebbe troppo lungo spiegare. Quando torno riprendo confidenza con la cronaca cittadina dando un'occhiata ai quotidiani locali, e allora mi passa l'allegria. Scopro che la splendida ed illuminata amministrazione comunale (che sta quasi riuscendo nell'impresa di fare peggio della precedente) ha deciso di asfaltare le riviere. Il porfido crea problemi al nuovo tram, che deraglia troppo spesso. Tanto non c'è nessun probelma perchè non si tratta di pavimentazioni medievali, quindi nessuno protesterà. Mi sembra davvero un'ottima idea, già che ci sono potrebbero asfaltare completamente anche le piazze e il resto del centro storico. Anzi, perchè non ci fanno passare anche il tram? Sarebbe molto più comodo per tutti poter andare in tram a prendersi uno sprizzetto direttamente fino in piazza. Ora io non so se si tratti di uno scherzo o cosa, ma resta il fatto che questo tram a Padova sta diventando il più clamoroso esempio di totale inefficenza del sistema pubblico, di qualsiasi colore esso sia. Possibile che nessuno se ne accorga? Al di là dei luoghi comuni sui soldi spesi finora (cifre che fanno schifo, ma in Italia ci siamo abituati), resto allibito di fronte ad un'operazione talmente sbagliata, talmente folle, talmente ridicola che non riesco a trovare nessuna giustificazione. Neanche l'ironia ti salva più di fronte a tanta negazione di intelligenza, perchè solo di questo si può parlare.

3 commenti:

Unknown ha detto...

che ti devo dire caro mio? tra le varie ed eventuali si potrebbe pure proporre un asfaltatura dei canali, così tangenziale subito,e a costo zero...
l'asfalto, ormai, sembra essere l'obiettivo numero uno della giunta.o forse l'obiettivo è riuscire a far arrivare in fondo una cosa che hanno fatto (male) quelli che non lo volevano: ed è ancora più grave pensare che loro, che lo volevano, non sono ancora riusciti a farlo.

CHICCO MERDEZ ha detto...

Personalmente ho sempre ritenuto il porfido delle riviere una gran rottura, anche da ben prima del tram. Le riviere sono nate negli anni '50 dopo l'interramento delle vere riviere d'acqua (da cui il nome) e la posa del porfido è stato solo un artificio, un falso richiamo storico e nulla più. Le pietre saltavano anche prima del tram, con il massiccio passaggio degli autobus e delle auto in tutti e due i sensi. Da considerare, poi, che i canali d'acqua erano stati prosciugati in fretta e furia e mai drenati per bene e riempiti solo di materiale di risulta non ben compattato. Per cui avallamenti e scompensi della sede stradale, con relativa fuoriuscita delle pietre di porfido, è sempre stata all'ordine del giorno. Ricordo sui giornali i casi di pietre che, carambolate sotto le ruote degli autobus, schizzavano impazzite sulle vetrine di qualche negozio.
La vera rottura non è l'asfaltatura delle riviere (che appoggio a prescindere), bensì il fatto di avere un tram sperimentale tutto estetica e nessuna utilità, costato a noi contribuenti un sacco di soldi (e ancora ne costerà), in una città la cui viabilità era ed è costituzionalmente inadatta a un percorso invasivo di questo tipo (vedi Arcella, vedi Guizza).

Giacomo Brunoro ha detto...

il fatto delle riviere è puramente nostalgico, oltre che estetico. a differenza del tram, che è tutto tranne estetico! la situazione di questo benedetto-maledetto tram a padova è davvero paradossale ormai...