domenica, maggio 13, 2007

Michael Moore e il concetto di critica

Su Blogosfere ho notato un post interessante su Michael Moore. Premetto che non ho mai visto i suoi film, e leggendo i vari post su di lui (qui, qui e qui) mi convinco sempre di più di non essermi perso un granchè. La cosa assurda è che, in linea di massimo, sono d'accordo con molte delle tesi sostenute da Moore, per lo meno da quanto mi è capitato di leggere da interviste, recensioni, commenti e approfondimenti sui suoi lavori. Quello che mi dà un po' fastidio è l'atteggiamento di fondo di Moore, vale a dire l'atteggiamento di chi è convinto di detenere la verità assoluta, di essere sempre dalla parte del giusto. Un genere di persone che non ho mai sopportato. Possibile che certa gente non venga mai sfiorata da alcun dubbio? Ecco, credo che i docu-film di Moore tirino in ballo, volenti o nolenti, il concetto stesso di critica, che sta ormai sparendo sempre di più. Punto primo: se vedo una cosa in tv o al cinema, o se c'è scritta su Wikipedia o in internet in generale, allora la cosa è vera. Secondo punto: approfondire un argomento sta diventando sempre più difficile, proprio perchè grazie alla rete abbiamo la possibilità di accedere ad un numero enorme di fonti, ma soltanto ad un livello estremamente superficilae (non in tutti i casi, certo). Terzo punto: il cinema sta diventando la più grande macchina di promozione politica, e non importa come realizzi il prodotto, l'importante è che quello che si veda nello schermo sia quello che tu vuoi che la gente veda. E via andare. Insomma, ce ne sarebbero un bel po' da dire, ma come dicevo in internet ci si ferma ad un livello superficiale. E poi io starei anche lavorando, tra le altre cose...

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