giovedì, aprile 10, 2008

Pensiero obliquo: appello CONTRO i monaci tibetani

Si parla sempre più di Cina, di Tibet, di Olimpiadi da boicottare e di solidarietà ai monaci cinesi. Personalmente sono contrario al boicottaggio: credo che proprio grazie alle Olimpiadi i tibetani avranno la possibilità di dare visibilità massima alla loro causa (come di fatto sta avvenendo). Sarà la Cina ad uscire sconfitta dai giochi: impossibile nascondere la realtà dei fatti a tutti i giornalisti, sportivi e semplici turisti che invaderanno il paese. E la realtà dei fatti si parla di diritti umani quasi inesistenti e tutto il resto.
Ma la cosa interessante è un'altra: sul Corriere di oggi si parla di un appello firmato contro i monaci tibetani promosso dallo storico Domenico Losurdo. E a firmarlo c'è gente come Vattimo. Logico che in questa sede è impossibile parlare in maniera completa di un problema del genere, però mi fa piacere che si levi una voce fuori dal coro. Sono sempre molto sospettoso quando mi trovo di fronte a un pensiero unico, soprattutto quando questo pensiero unico assomiglia sempre più pericolosamente a una semplice e banale moda. Insomma, l'impressione è che si stia facendo tanto rumore e che ora sia tanto trendy urlare contro la Cina, ma che in realtà non si stia affrontando il vero problema politico e culturale che sta dietro alle tensioni in Tibet. Mi fa ridere poi che Gordon Brown faccia prediche ai Cinesi sul Tibet, visto che gli inglesi in casa loro hanno qualche leggerissimo problema con l'Irlanda, solo per fare il primo nome che mi viene in mente.
Ecco un'estrema sintesi del pensiero di Losurdo: «Prima l'indipendenza mascherata da autonomia del Grande Tibet, poi della Mongolia interna e infine della Manciuria: non è altro che la versiona aggiornata del piano imperialista inglese contro la Cina».

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Giacomo, che dire. Ho letto anch'io il pezzo sul Corriere e mi ha fatto venire subito voglia di scrivere Free Tibet dappertutto. Non sono in grado di commentare efficacemente questa tesi di Losurdo, mi mancano informazioni e conoscenze specifiche, ma con questo sostenere che dietro le proteste dei monaci ci sia il complotto inglese contro la cina mi sembra troppo. Stimavo molto Vattimo in precedenza, ma ultimamente sposa cause - come quella del salone del libro di torino e isarele - su cui non mi trova assolutamente daccordo, anche se stiamo tendenzialmente dalla stessa parte politica. Vittorio

Giacomo Brunoro ha detto...

E' una situazione spinosa, non c'è che dire. Anch'io sono molto contrario alla posizione presa da Vattimo sulla Fiera del Libro, e sono d'accordo con te che ultimamente prende posizioni molto molto discutibili (ad essere buoni). Credo però che il punto sia un altro: di fronte al pensiero unico fa sempre piacere sentire una voce fuori dal coro, che comunque ti mette dei dubbi e ti fa riflettere. Io non dico che abbiano ragione (appena avrò un po' di tempo mi leggero con calma il lunghissimo post sul blog di Losurdo), ma che la solidarietà al Tibet si stia trasformando in una moda è un dato di fatto.
Comunque, per capire cos'era il Tibet e cosa hanno fatto i Cinesi è illuminante leggere quanto ha scritto Terzani a proposito (e ti posso assicurare che i cinesi non fanno certo una bella figura...)

Anonimo ha detto...

Ciao Giacomo, anch'io ho letto la posizione di Vattimo e Losurdo e, anche se anch'io sono sempre sospettoso delle notizie ufficiali e cerco di documentarmi da fonti diverse, credo che siano idee molto discutibili.
La prima cosa che mi viene da dire è che, per quelli che hanno gli occhi tappati dall' ideologia, gli imperialisti sono sempre gli altri !
Qui non stiamo parlando di una qualche zona invasa dall' impero cinese mille anni fa e cinesizzata da secoli... ma di una nazione che aveva un suo stato indipendente fino a 50 anni fa ed è stata invasa da una dittatura e che sta facendo diventare i tibetani stranieri in casa propria...qualcuno sta pensando ai palestinesi per esempio ?
Il Tibet è un piccolo stato, ma molto strategico nell' Asia centrale e sotto l' influenza di qualcuno sarebbe finito... sotto l'India avrebbero avuto magari una base militare con aereoporto vicino a Lhasa, ma niente invasioni, eccidi e distruzione della nazione tibetana, come stanno facendo i cinesi.

Giacomo Brunoro ha detto...

@Andrea B
Sicuramente il problema è molto complesso. Io non credo che Losurdo abbia ragione al 100%, la sua è un'analisi che da un punto di vista storico-politico è senza dubbio corretta, ma tralascia tutto l'aspetto storico-culturale e quindi inevitabilmente carente.
Il fatto è che il Tibet rappresenta un vero e proprio unicum, sia per motivi geografici che culturali. Probabilmente non esiste una soluzione unica, e lo stesso Terzani nelle sue corrispondenze dalla Cina parlava di una situazione complessissima: sicuramente i Cinesi si sono macchiati di colpe gravissime, ma non dimentichiamo che prima del loro arrivo il Tibet era a tutti gli effetti una teocrazia (diritti umani inesistenti, analfabetismo pressoché totale, arretratezza spaventosa, caste, ecc. ecc.). Terzani restava sospeso nel dubbio dato che non riusciva a capire quale potesse essere la soluzione di questo problema (soluzione che per forza di cose non possiamo certo trovare qui...). In ogni caso ben vega la discussione!

Anonimo ha detto...

Ognuno puo' avere le sue opinioni, e' vero. Ma a proposito del tempismo? I tibetani stanno male solo ora? Perche' non protestavano 1 anno fa o tra 1 anno? Sinceramente mi da fastidio che una legittimissima discussione su liberta' e diritti civili, che comunque si dovrebbe applicare ad altre mille situazioni analoghe (quella recente del Kosovo, i curdi in Turchia e, perche' no, la Padania in Italia -e questa e' volutamente una provocazione da parte di un siciliano-), debba poi scadere in estremismi come il boicottaggio delle olimpiadi, peraltro meritate col sudore dalla Cina, o il generico e stupido odio verso una intera popolazione, da parte di chi (Europa) tra l' altro, proponeva poco tempo fa dazi alle frontiere. E come anche Giacomo diceva, sul fattore moda, magari fa molto fico atteggiarsi come Richard Gere...

Nico.

Anonimo ha detto...

x Anonimo, guarda che la questione tibetana non nasce oggi, è da anni che i tibetani protestano o, per meglio dire, provano a protestare, essendo sotto ad un regime dittatoriale che ha sempre represso duramente qualsiasi forma di dissenso.
Potremmo essere d'accordo che il boicottaggio non serva a niente, ma la "vetrina" data dalle Olimpiadi è una occasione formidabile ... del Tibet non si è mai parlato tanto quanto oggi e questo non mi sembra negativo.
Comunque se tanti governi adesso iniziano ad avere un atteggiamento più rigido sulla questione, sicuramente non è perchè si siano accorti adesso del Tibet, ma per motivi geo-politici: la Cina sta diventando una super potenza a tutti gli effetti e nel medio lungo periodo i loro interessi entreranno in rotta di collisione con i nostri.

Anonimo ha detto...

x Giacomo
Sicuramente la questione tibetana è complessa e, non dimentichiamolo, nasce in un contesto culturale alquanto differente dal nostro.
Questa aspetto credo di conoscerlo un poco e di viverlo in prima persondo, essendo fidanzato con una ragazza cinese ( tanto per sgombrare il campo dubbi circa una mia avversione o peggio ancora razzismo nei confronti dei cinesi :-) ).
Sono d' accordo circa le condizioni estremamente arretrate in cui viveva il Tibet prima dell' invasione cinese, ma non si sono sempre espressi dubbi sull' oppurtunità di portare lo sviluppo e la democrazia( quella del partito comunista cinese poi...) con gli eserciti ?
Quanto alle infrastrutture costruite in Tibet dai cinesi...che dire, anche noi dicevamo che avevamo costruito ospedali, ponti e strade nelle nostre colonie ;-)

Giacomo Brunoro ha detto...

@Andrea B
Tutto vero quello che dici, non ci sono dubbi: ora fa comodo parlare del Tibet perché in questo modo si mette in difficoltà e in imbarazzo una potenza come la Cina (com'è successo già con il "caso" aviaria). Poi anch'io non capisco perché tutti parlano di boicottare l'Olimpiade, quando è proprio grazie all'Olimpiade che i tanti problemi della Cina (compreso il Tibet) verranno a galla. La cosa che più fa sorridere è che a pretendere il rispetto dei diritti umani e dell'autoderminazione dei popoli sono Paesi che più che guardare in casa altrui dovrebbero pensare al proprio giardino di casa... Per quanto riguarda le strade nelle nostre colonie mi sa che le stiamo costruendo ancora (vedi cosa succede in Libia...), giusto per farci perdonare quelle due o tre cosette che abbiamo combinato mentre costruivamo i vari ponti, le strade, ecc. ecc....

volty ha detto...

http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/

Vittorio ma perche' non ci scrivi sui muri
Free Kurdistan, Afghanistan, Iraq, Palestina
etc. ? Ma veramente la sofferenza tibetana ti pare superiore al resto?
Memoria corta? Kosovo? Ci stanno faccendo le basi Nato li'!
Prima si parla sempre di autonomia (supervisionata da chi?)
Ma non c'era la schiavitu' nel Tibet il 48 sotto il regime teocratico?
Tempo fa ho visto per puro caso un servizio
forse 'Turisti per caso' fatto in Birmania.
'Sti poveri contadini che sgobano tutto il giorno ed i monaci che vanno a chiedere il cibo ed in frattempo ascoltano la musica
leggono fummetti e masticano la chewing gum.
Se diamo per scontato che i tibetani vogliono essere rappresentati dal dalai lama ed in questo hanno ragione, come mai per le stesse rivendicazioni (o simili) demoniziamo le altre religioni?
Ma se i cinesi hanno torto, perche' non ci fanno un bel reportage approfondendo tutta la vicenda? Poi aggiungendo gli argomenti pro e contro?

Unknown ha detto...

il problema è sicuramente sfaccettato. ma in merito la mia opinione è che un'adesione acritica al movimento per il tibet in questo momento non sia la scelta razionalmente più consapevole. Mi spiego: le rivendicazioni del popolo tibetano tendono all'instaurarsi di un governo teocratico buddhista; il che spostandolo di religione non accoglierebbe certo i favori dell'occidente (es. facile facile: iran) nè di chi voglia comunque che gli stati siano laici, nel bene e nel male. Questo quanto alla rivendicaizone in sè: va dato atto che tuttavia il dalai lama attuale è sempre stato per la via del dialogo con la cina al fine di ottenere quantomeno un'autonomia; le repressioni di questi giorni ne indeboliscono la posizione di ricerca del dialogo e rafforzano di contro la frangia tibetana maggiormente pronta alla protesta anche distruttiva. non deve essere però facile vivere in una situazione nella quale la repubblica popolare cinese si arroghi anche il diritto di scegliere il dalai lama (è successo) e soffoca impunemente nel sangue ogni tipo di dissidio. il problema vero non è il tibet, è la cina! questa grande nazione è uno stato illiberale e a mio parere non le dovevano essere date le olimpiadi, perchè non c'è nessun rispetto della democrazia, dei diritti umani nè dell'ambiente e ciò accade tanto a pechino quanto a shangai e lhasa... in fondo a me pare aberrante che lo stato debba dirti quanti figli puoi avere e come devono essere...già questo sarebbe stato un buon motivo per non assegnare loro le olimpiadi. il tibet è un pezzettino del discorso, nulla più.

che sia anche una moda, beh, diciamo che è facile avere una stampa a favore quando le condizioni sono quelle di repressione totale di ogni voce di dissenso... (ma questo ripeto, accade ovunque, in cina)

Giacomo Brunoro ha detto...

Credo che l'Occidente abbia dato le Olimpiadi a Pechino anche per mettere in imbarazzo i cinesi: si sperava che con tutti i visitatori internazionali i cinesi fossero costretti a migliorare la situazione per quanto riguarda i diritti umani (e non dimentichiamoci dell'Expo 2010 a Shangai!). Certo, anche l'aspetto economico è pesato tantissimo anzi, forse è stato determinante, non sono certo un sognatore. Però trovo molto ipocrita che prima si facciano affari con la Cina, si assegnino le olimpiadi a Pechino, si tolga la stessa Cina dalla lista dei paesi canaglia... e poi a gran voce si urla che bisogna boicottare le olimpiadi: ma ci stiamo prendendo per il culo da soli? Certo, Volty nel suo commento è polemico e provocatorio ma non ha tutti i torti. Putroppo si tratta di una serie di contraddizioni enormi che, vista la sitauzione attuale, non so proprio come potrebbero venire risolti.
Ultima considerazione sul controllo delle nascite in Cina: putroppo credo che il controllo demografico sia l'unica soluzione possibile, a meno che non si voglia un mondo letteralmente "mangiato" dai cinesi... In Europa e Usa il controllo demografico è avvenuto attraverso l'innalzamento dei costi e della qualità della vita, in Africa ci ha pensato l'Aids, in Cina il governo. Resta la situazione critica del Sud America dove tutto è ancora un po' allo sbando... sono parole dure da dire, ma bisogna rendersi conto che se andiamo avanti di questo passo rischiamo di arrivare a quota 10miliardi di persone molto prima di quanto si creda. A questi livelli di sviluppo e di inquinamento un pianeta con 10 miliardi di persone è sostenibile? secondo me (e non solo secondo me) no.

Anonimo ha detto...

Scusate ... ma, (obiezione rivolta a tutti quelli che affermano questo) avete proprio la certezza che un ipotetico Tibet indipendente sarebbe uno stato teocratico sotto il Dalai Lama ?
Gli eventi successi in Tibet hanno dimostrato che esiste una frangia di tibetani che rivendica l' indipendenza della nazione ed anche con metodi certamente non definibili come "non violenti"... a differenza di quanto predica il Dalai Lama (che tra l'altro parla solo di autonomia amministrativa).
Certamente, ad una popolazione sottomessa e che non ha altri spazi di espressione che non siano quelli concessi dal partito comunista cinese, i monaci dei monasteri e la spiritualità della loro religione e cultura sono un "canale" privilegiato attraverso il quale protestare, ma non è l' unico...anche la Chiesa cattolica polacca prima del crollo del muro era un importante fattore di resistenza al regime e non per questo, ottenuta la libertà, la Polonia è diventata uno stato teocratico.
Culture diverse potrebbe dire qualcuno ed è vero... ma anche l' islamismo e la sua concezione della legge e della società che hanno portato i muezzin al governo in certi paesi islamici, non sono paragonabili al buddismo.

volty ha detto...

Ma caro Alessandro,
L'occidente accoglie volentieri qualsiasi regime purche' faccia loro fare ottimi
affari e possibilmente anche le basi militari a secondo dell'importanza strategica.
L'Iran non e' per niente esempio facile, la discriminante sta nel fatto che non
e' alleato all'occidente, va per la sua strada e vuole diventare potenza regionale.
A proposito si veda ricevimento riservato al re d'Arabia Saudita a Londra e in Vaticano.
Ghedaffi a Parigi ecc.
Dalai Lama e' stato per il dialogo dal punto di vista tuo (dell'occidente), i cinesi
non sono d'accordo, non mi pare intellettualmente onesto arrogarsi il diritto universale
di decidere chi e' per il dialogo e chi no.
I cinesi con le loro riserve di c.ca 1600 miliardi di dollari finanziano il tenore di vita dell'occidente, ci scometto che qualora i cinesi continuaessero a comprare titoli di stato (occidentali) invece che comperare banche ed industria tutta questa pompa intorno al Tibet si sgonfierebbe.
Credessi 1% nella possibilita' che queste pressioni siano destinate ad ottenere qualche
successo non avrei scritto queste cose. Tutto mi sembra da pazzi.
Diritti umani? ci sono qui, certo finche urliamo di avere diritti umani, ma perche'
non dai un'occhiata a quel libro di Grillo (testimonianze del mondo precario).
giacomo, grazie:
come risolverli? sono affari loro, se proprio vogliamo interessarci, allora andiamo
ad approfondire le cose, vedere chi sono questi monaci, quanto sono, cosa vogliono
le loro referenze (storiche recenti, visto che dove hanno governato o condizionato
il progresso e' stato irrisorio semmai esistente). E poi facciamoci un bel viaggio
in quel Tibet, la Cina lo sta promuovendo turisticamente.
Gli americani hanno sterminato gli indiani nativi, gli altri i sud americani,
questi non possono neanche impore il progresso a scapito dei masticatori di chewing gum
Non e' che abbiamo la coda di paglia? :)

Anonimo ha detto...

dunque... io penso che i problemi siano principalmente 2:
- il primo è il regime ambiguo dittatoriale capitalista ma fintamente socialista di un grandissimo paese, che opprime tutti, e dico TUTTI, i suoi abitanti.
- il secondo è un paese composto da più di 50 etnie che 50 anni fa ha deciso di occupare e "liberare" il tibet dal fondamentalismo induista e da quella teocrazia feudale dove i fedeli venivano sfruttati dai monaci/signorotti feudali. Dunque è stato, allora, un tentativo di passaggio dalla brace alla padella.

Unendo i due problemi... perchè difendere solo i tibetani, oppressi dalla dittatura, e non tutti i cinesi? e perchè difendere i monaci tibetani che tentano semplicemente di tornare loro al potere per poter opprimere piuttosto che essere oppressi?

i discorsi di imperialismi inglesi e cavolate varie sono secondari e scontati...