A pag. 25 di Repubblica di oggi c'è questo articolo: Bullismo e bravate, in diretta la generazione Youtube - Migliaia ogni giorno così la videoviolenza conquista internet. Tutto parte da un'altra notizia, quella di un gruppo di ragazzini che ha ripreso e messo online l'incidente in cui è stata uccisa una loro amica (la notizia è qui). Ora al di là del merito della notizia, mi lascia sempre esterrefatto vedere giornalisti che parlano di cose che ignorano in maniera pressocchè totale. Trovate una riflessione molto più approfondita nel blog di Marco Montemagno, più precisamente qui. Inutile dire che sono d'accordissimo con Marco. Il giornalismo italiano è un malato grave, c'è poco da fare. Il sospetto è che i diretti interessati non se ne rendano minimamente conto. Internet è vissuta quasi come un peso, come un qualcosa che bisogna fare turandosi il naso. E intanto i nostri giornalisti ci dicono con molta serenità che l'Italia è stata esclusa dal concorso Android di Google perchè ritenuta non idonea, così come Cuba, l'Iran, la Syria, ecc. Ecco le restizioni previste dal regolamente (trovate tutto spiegato molto meglio cliccando qui):
- niente premi in denaro
- alla premiazione deve essere presente un notaio o il responsabile per la tutela del consumatore della locale camera di commercio
- i premi non riscossi devono essere devoluti a organizzazioni non di lucro, già indicate nel regolamento
- bisogna chiedere l’autorizzazione al Ministero dell’economia
- Google dovrebbe versare a garanzia 10milioni di dollari nelle tasche dello Stato italiano, sebbene sia altamente improbabile che i premi siano tutti assegnati nel belpaese
Una notizia del genere passa inosservata, l'importante è dare risalto a notizie che fanno più sensazione, magari aggiustandole un po' perchp risultino più avvincenti. I giornali ormai non bisogna farli, bisogna venderli, e allora va bene tutto. Una volta si diceva sbatti il mostro in prima pagina: magari fosse così semplice, ora non basta più neanche quello. Internet salverà il mondo dell'informazione? Non lo so, anzi, non credo, ma sicuramente riesce a dare un po' di fastidio e questo è già qualcosa.
- niente premi in denaro
- alla premiazione deve essere presente un notaio o il responsabile per la tutela del consumatore della locale camera di commercio
- i premi non riscossi devono essere devoluti a organizzazioni non di lucro, già indicate nel regolamento
- bisogna chiedere l’autorizzazione al Ministero dell’economia
- Google dovrebbe versare a garanzia 10milioni di dollari nelle tasche dello Stato italiano, sebbene sia altamente improbabile che i premi siano tutti assegnati nel belpaese
Una notizia del genere passa inosservata, l'importante è dare risalto a notizie che fanno più sensazione, magari aggiustandole un po' perchp risultino più avvincenti. I giornali ormai non bisogna farli, bisogna venderli, e allora va bene tutto. Una volta si diceva sbatti il mostro in prima pagina: magari fosse così semplice, ora non basta più neanche quello. Internet salverà il mondo dell'informazione? Non lo so, anzi, non credo, ma sicuramente riesce a dare un po' di fastidio e questo è già qualcosa.
Nessun commento:
Posta un commento