giovedì, giugno 28, 2007

Jerry Calà, parole in libertà

Stamattina sono venuto in studio con i mezzi e di conseguenza mi sono letto un po' di free press. Leggendo city ho scoperto che oggi è il compleanno di Jerry Calà (e sono 56 anche per lui). Di seguito alcuni estratti dell'intervista. Un viaggio che parte dalla fine degli anni '70 e che, in qualche punto, fa anche pensare. Capito!??!?!?!?!

È normale che un ragazzo sappia a memoria Io vagabondo dei Nomadi o Ho in mente te dell'Equipe '84? No che non è normale! Quando mio padre mi proponeva Claudio Villa lo mandavo a quel paese, e invece i giovani oggi mi dicono Jerry, sei il nostro maestro... Segno che forse, anche se leggeri, i miei file fotografavano il Paese. Tipo Il ragazzo del Pony Express e il lavoro precario... [...] Gli anni '80 li ricordo con allegria. Però quello che invidio a quegli anni lì è che si facevano i film senza stare a pensare sarà giusto, sarà politically correct, sarà qua sarà là: si facevano e basta, senza menate. Oggi anche chi fa due scene cerca il senso profondo... ma ragazzi, i geni tipo Einstein se la possono tirare, noi stiamo calmi [...] Per Professione Vacanza ho chiamato Berlusconi, gli ho detto "Silvio, ho un titolo in mente", lui mi ha detto "Ok, sei puntate! Ciaoooo!" Così, capito? Adesso parlare con un produttore è come chiamare il papa...

3 commenti:

Unknown ha detto...

cito: per Professione Vacanza ho chiamato Berlusconi, gli ho detto "Silvio, ho un titolo in mente", lui mi ha detto "Ok, sei puntate! Ciaoooo!"

il che spiegherebbe l'assoluta mancanza di trama della serie...

Giacomo Brunoro ha detto...

è vero, serie priva di qualsiasi trama, però come te lo spieghi che viene replicata regolarmente ogni anno e che tutti noi l'abbiamo vista almeno un migliaio di volte? (tra l'altro ridendo sempre come pirla per le stesse cazzate...)

Unknown ha detto...

faccio mie le parole del maestro: perchè, ragazzi, i geni come einstein se la possono tirare, noi no, stiamo calmi...

il problema vero è che noi stimao messi peggio di lui, che almeno si è scopato la venier (o no? boh!?)